Una recente pubblicazione di Simona Cherici e Anna Molli Sulla Rivista Richard e Piggle
Studi psicoanalitici del bambino e dell’adolescente
Recensione di Claudia Bertocci

“Il lavoro clinico nelle istituzioni” di Simona Cherici e Anna Molli
L’articolo di Simona Cherici e Anna Molli (Rich&Piggle, 2024) esplora in modo sistematico il potenziale trasformativo dell’approccio psicoanalitico, in particolare del metodo osservativo Tavistock, per chi opera nel campo educativo. Il testo si interroga su che cosa accade quando educatori e insegnanti fermano, per la prima volta, il loro sguardo sull’oggetto delle loro cure, i bambini, scoprendo la funzione trasformativa dell’osservazione.
Attraverso l’analisi dell’applicazione dei seminari di Work Discussion, emerge come l’osservazione psicoanalitica diventi una lente potente attraverso cui esplorare e decodificare quelle sfumature invisibili che definiscono le relazioni all’interno delle istituzioni. L’articolo evidenzia la capacità di questi strumenti di convertire le esperienze quotidiane in opportunità di apprendimento, favorendo una maggiore consapevolezza emotiva e una comprensione più profonda delle interazioni educative. Le autrici descrivono il percorso evolutivo dei gruppi di lavoro, da un iniziale “rumoreggiare” verso la costruzione di un pensiero condiviso e una conseguente crescita emotiva nei partecipanti. Le storie concrete dei corsisti, riportate nel testo, sono autentici spunti di riflessione. Non sono solo casi da osservare, ma esperienze vissute, che svelano la complessità del rapporto educativo. Questi racconti sono anche luoghi di testo che raccolgono momenti di vulnerabilità e che, grazie all’osservazione e alla riflessione condivisa, si trasformano in strumenti di crescita e di consapevolezza. È come se ogni piccolo gesto, ogni parola, ogni silenzio, acquisisse all’interno del gruppo di discussione, un significato nuovo quando osservato attraverso una lente psicoanalitica.
La capacità del conduttore di accogliere e contenere le azioni interne del gruppo emerge come un elemento chiave per favorire la comprensione profonda delle interazioni educative. Con un linguaggio ricco e evocativo, l’articolo ci invita a riflettere sul valore dell’ascolto, della pazienza e della capacità di sostare nello “spazio sospeso” per generare nuove prospettive. Un contributo prezioso per chi opera nel campo dell’educazione e desidera riscoprire il potere trasformativo dell’osservazione.